giovedì 14 maggio 2015

Dolphins e Dream Team, chi inizia bene...






PLAYOFF 2015, DAY 1 - La ventesima edizione dei Playoff del Campionato Italiano ha finalmente aperto i battenti, accendendo i riflettori sull’evento dell’anno. Il Presidente Antonio Spinelli, nel suo discorso di benvenuto, ha ricordato quanto di buono è stato fatto in questi primi vent’anni di storia della Federazione, un intervento accompagnato da una speranza per il futuro, quella di vedere un movimento sportivo unito, che non lasci incancrenire nella rabbia o nella polemica sterile le proprie potenzialità di crescita. Il pensiero è condivisibile, se non fossimo nati nel Paese dove la polemica è stata inventata. Fa parte di noi italiani, e forse è più bello così. La Cerimonia di Apertura prosegue tra esibizioni di danza, sorrisi, ed una frenetica voglia di aprire un altro tipo di danze, quelle con mazza e stick.
La fase di avvicinamento ad una Fase Finale è un nevrotico incalzare di aspettative, sogni, pronostici, e probabilmente tanto altro. Per esempio, chiedete ad uno di quei ragazzi con un serpente sul petto cosa hanno provato, lì a bordo campo, mentre assistevano ad uno spettacolo al quale fino a poche settimane prima non avrebbero immaginato di assistere. Un sogno ad occhi aperti per i ragazzi di Udine, che hanno saputo dimostrare costanza e grande forza di nervi in quello che, conti alla mano, è stato il girone più combattuto dell’intera serie cadetta. Per uno strano scherzo del destino, però, il sogno friulano subisce un brusco risveglio ad opera della “squadra dei sogni”, quel Dream Team che sembra già lanciato verso la vittoria del Campionato dopo il primo giorno di gare. Ronsval e compagni ricordano a quei ragazzi di belle speranze che la strada verso la massima serie italiana è ancora lunga, con una prestazione che non ammette repliche, ma che allo stesso tempo non dice tutta la verità sulle reali potenzialità dei Madràcs, apparsi a tratti, se non arrendevoli, decisamente spaventati da un palcoscenico di cotanto prestigio sportivo. A volte basta solo rompere il ghiaccio per iniziare a giocare come si sa, sperando che questo avvenga già nel match-day di oggi.
Il secondo incontro di giornata ha visto contrapposte due squadre dalla grande memoria sportiva. I Blue Devils Genova, orfani di quell’Andrea Ronsval che da due stagioni incanta all’ombra della Madunina, hanno saputo comunque rinnovarsi, proponendo un mix di nuove proposte (vedi alla voce Sciuva, Usai e Ottonelli, tanto per fare qualche nome) e qualche usato sicuro (come Alessio Merlino), il tutto condito con il peso in fase offensiva di “Gigi-gol”, al secolo Luigi Tortora. Dall’altra parte del campo i Dolphins Ancona, che ancora oggi, a distanza di parecchi anni, si affidano all’uomo simbolo Stefano Occhialini, generoso operaio dell’hockey che ama alternare gioco di sciabola e fioretto. I primi due quarti hanno espresso una certa superiorità dei marchigiani, che non si è concretizzata nel punteggio per via delle troppe imprecisioni in fase di realizzazione, che hanno permesso ai genovesi di rimanere in partita. I due squilli liguri, neanche a dirlo, li butta dentro il solito Tortora. A chiudere definitivamente la contesa, però, ci pensa l’uomo del momento, quello che nello scontro diretto valido per la qualificazione contro gli Sconvolts Pescara ha deciso che ai Playoff ci sarebbero andati loro, i Delfini, stroncando sul nascere ogni velleità di vittoria degli amici abruzzesi. Le due accelerazioni di Marco Galeazzi danno respiro alla panchina guidata da coach Salvatore Pichierri, sbarrando la strada verso i primi agognati ‘tre punti’. Nel rispetto dei pronostici della vigilia si chiude così la prima giornata di gare, proseguita con un’amichevole nel dopocena, forse per favorire la digestione.

Nel pomeriggio di oggi tocca alle quattro finaliste di A1, sperando che sia uno spettacolo d’intensità agonistica, la stessa alla quale siamo abituati da circa Vent’anni.


Fabregas














[In foto - alcuni momenti della prima giornata di gare]



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